Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge nasce dall'esigenza improcrastinabile di giungere alla abolizione dell'imposta comunale sugli immobili (ICI); improcrastinabile tenuto conto del fatto che si è già intervenuti sull'IRPEF sulla prima casa di abitazione che è di fatto eliminata per una quota rilevante di contribuenti, pari a circa l'85 per cento. L'ICI, come dice lo stesso nome, è un'imposta comunale che per i comuni è essenziale per sostenere importanti interventi a carattere sociale, una fonte vitale per gli oltre 8.000 comuni italiani, anche a causa dei pesanti tagli ai trasferimenti operati dal Governo Berlusconi dal 2001 al 2005.
Oggi l'ICI sulla prima casa di abitazione varia da comune a comune. Nell'ambito dello stesso comune, le aliquote ICI possono essere differenziate e variano, per la prima casa, dal 4 al 7 per mille, arrivando fino al 9 per mille per gli immobili sfitti, con possibilità di riduzioni per casi particolari o per fasce di reddito svantaggiate.
La presente proposta di legge tende a fare giustizia di tali sperequazioni e ad allargare la platea dei beneficiari delle agevolazioni. Essa, realisticamente e non demagogicamente, non prevede nell'immediato l'eliminazione dell'ICI - in quanto tale imposta, come già detto, rappresenta una fonte di finanziamento primario dei comuni e risponde strettamente a una logica di ordinamento federale, insistendo le case sui territori comunali - bensì stabilisce la detrazione dell'ICI dall'imposta lorda sul reddito, integralmente se il reddito complessivo non supera i 50.000 euro; nella misura del 50 per cento se il reddito complessivo supera i 50.000 euro, ma non i 100.000 euro.
Al comma 2 dell'articolo 15-bis del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del 22 dicembre 1986,